tag:blogger.com,1999:blog-6372614753380437965.post4292752844184421517..comments2015-09-28T09:50:23.054+02:00Comments on il mio nome è Rosso: "Adding injury to insult" vs "An injury to one is an injury to all"?Danielahttp://www.blogger.com/profile/15939025602671144307noreply@blogger.comBlogger5125tag:blogger.com,1999:blog-6372614753380437965.post-80548104783278027592014-04-22T15:57:53.386+02:002014-04-22T15:57:53.386+02:00Il rischio però non è nello smobilitare le forme d...Il rischio però non è nello smobilitare le forme di conflitto, che sono sempre legittime, ma in questa fase, secondo me, il rischio è invece quello di avallare un conflitto concepito come scontro fra avanguardie e Stato e promuovere competizioni militari di piazza fra le avanguardie e gare all'indizione delle agende politiche. Che ruolo hanno tutte le soggettività precarie in questa situazione? Corrono il rischio di essere completamente escluse da questa dinamica, sia essa simulata in maniera gioiosa o più guerrescamente guerreggiata con strascichi di repressione etc. Si ripropone il problema dell'autorganizzazione e della partecipazione democratica all'interno dei movimenti. Se penso, per fare un esempio, a chi guida i centri sociali della mia città, a come sono organizzati leaderisticamente e alle modalità con cui convolgono/escludono le persone al dibattito e ai conflitti, allora mi domando come poi si possa ricevere ed accettare, a "cascata", le scadenze e le mobilitazioni proposte dagli "stati maggiori" nazionali a cui fanno riferimento i centri sociali locali. <br />ginoAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6372614753380437965.post-10414671429939683592014-04-22T15:09:54.046+02:002014-04-22T15:09:54.046+02:00sì, certo che sì, ma anche no.
venerdì sera discu...sì, certo che sì, ma anche no. <br />venerdì sera discutevamo durante la via crucis con casini e rotondi della cosa ed effettivamente sì, certo che sì, tutti eravamo concordi nell'utilizzo e nella diffusione di pratiche altre e differenti che non contemplassero gerarchie, discipline e cazzodurismi. pur non essendo esperti di teorie varie ed eventuali ci sembrava doveroso (lavorare quotidianamente e a partire dal quotidiano per) estirpare alcunché di bellicistico dalle nostre pratiche. <br />l'unica mozione contraria, espressa da un rotondi visibilmente eccitato dalle scudisciate con cui formigoni gli stava lacerando la schiena, era quella di non confondere il gioco con la guerra finendo con il condannare il primo: colori, bandiere e inni diversi prima dello scontro simulato, con la palla, i guantoni o i bastoni, sono momento di altissima gioia, allegria e condivisione, che servono a cementare la pace ed esorcizzare la guerra, evitarla, ridicolizzarla - questo non c'entra nulla ma era anche bene ribadire che qualsiasi tipo di teoria o indirizzo deve sempre stare attenta a non reprimere l'aspetto ludico che può assumere la gioiosa e giocosa pratica infantile sia maschile che femminile dello scontro, e che la repressione è sempre e comunque fascista. <br />e così, mentre oramai rotondi era tutto rossiccio, sudato, ed eiaculava per l'eccitazione dei chiodi conficcati nella carne con cui formigoni lo stava impalando su una croce di legno e casini gli leccava il sangue che copioso sgorgava dalle ferite, abbiamo un attimo ripensato a quello accaduto in piazza e poi alla montagnola e allora anche no. proprio no. basta con queste divisioni, accuse, scissioni, mozione contrarie nel nome di dio, padre, maschio, bianco, onnipotente: tutto si riduce solo e sempre a una lotta per l'egemonia. se si chiede, si pretende, il diritto alla casa, alla salute, al salario, allora un libro della braidotti ha la stessa funzione di un corteo, entrambi sono solo una delle molteplici e necessarie prassi: l'occupazione a montagnola non la difendi con il salotto queer e il l'articolo cinque del piano casa non lo modifichi assediando un vecchio palazzo vuoto già devastato dal tempo e dalla fine della democrazia rappresentativa. <br />e non è questione di mero posizionamento, di immaginarsi e autocollocarsi più a sinistra della sinistra, sono stra-ultra-d'accordissimo che i deliri di alcuni settori del movimento non stanno più a sinistra del volere, dovere immaginare e mettere in atto altre e differenti prassi, così come il servizio d'ordine del pci del commento di cui sopra è tipica pratica violenta declinata al maschile ben più a destra di ogni azione nonviolenta. <br />ovvio, mdcsap. <br />ma nel momento in cui il tardo capitalismo per sopravviverci mette in atto le violenze più inaudite che senso hanno nuovi e antichi distinguo, diceva giustamente a un certo punto rotondi oramai a terra impregnato di sangue e sperma nella sua sacra sindone, ogni immaginazione di una prassi diversa e alternativa che sia più fertile e gioiosa di quella dell'assedio (sterile, lo abbiamo ripetuto 96 volte in 5 commenti) deve cominciare dall'inclusione di tutte le molteplici prassi possibili, altrimenti nasce improduttiva anch'essa. che poi in fondo le sedute di autocoscienza sono solo continue vie crucis e sono esse stesse di una violenza inaudita e infeconda tanto quanto gli eroismi.<br />(luca)Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6372614753380437965.post-76217103119187892032014-04-22T08:32:16.259+02:002014-04-22T08:32:16.259+02:00uff. Credo che abbiamo, ho, un problema. Faccio di...uff. Credo che abbiamo, ho, un problema. Faccio di tutto per spostare il focus da un'analisi militare (quella che ti chiami azioni violente) e tu mi tiri fuori di nuovo nientedimeno che il servizio d'ordine del PCI e i provocatori infiltrati di Kossiga (la K ci stava, ti è mancato il coraggio!). <br /><br />Ma forse è colpa mia. Non sono riuscita a comunicare il punto, e cioè non le azioni dirette, neanche le nuove pratiche ma la riflessione su cosa vogliamo. Che non è una domanda facile. E non si risolve in due post.<br /><br />Ma forse non è solo colpa mia. Forse dipende anche dall'assenza di abitudine di provare a uscire dalla coazione a ripetere.<br /><br /> Danielanoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6372614753380437965.post-72241293632124527352014-04-22T08:07:50.017+02:002014-04-22T08:07:50.017+02:00Un'idea pratica per mettere fine a una quaesti...Un'idea pratica per mettere fine a una quaestio ormai trita e ritrita potrebbe essere quella di re-istituire un servizio d'ordine sulla falsariga di quello mitico del PCI, che controlli coloro i quali sono causa e vittime di azioni ormai inutili e dannose. Non dimentichiamo che esistono anche i provocatori i quali sono sempre stati l'arma di punta per la controinformazione, (Cossiga docet). Il problema politico va risolto in altra maniera, magari proprio con "l'immaginazione di nuove pratiche",ma sicuramente risolverlo con azioni violente è come minimo desueto e sicuramente dannoso soprattutto per chi vuole cambiare effettivamente le cose. Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6372614753380437965.post-86937511458590751292014-04-21T23:44:25.984+02:002014-04-21T23:44:25.984+02:00Ciao care ciao magici, sono Gino, ringrazio Danffi...Ciao care ciao magici, sono Gino, ringrazio Danffi per l'opportunità di precisare meglio quanto scritto nell'intervento sul blog. In effetti mi aiuta parecchio a focalizzare la questione del "recidere i legami". Mi riferivo ad un discorso di fondo sulla prospettiva culturale, politica, sul ruolo delle odierne "avanguardie" di movimento prima ancora che delle pratiche di piazza e delle scadenze militanti imposte a tutti. Mi dispiace di essere stato frainteso su questo punto, forse ho scritto male io la cosa, ma sinceramente dopo tanti anni ho ben chiara la dinamica di come si comporta la polizia nei cortei in Italia e non era mio obiettivo fare la distinzione tra buoni e cattivi, violenti e nonviolenti o addirittura additare i singoli compagni e gruppi esposti alla repressione. Però, purtroppo, non è che se la polizia fa quello che ha sempre fatto possiamo continuare a dire "Va tutto bene, Madama la Marchesa", perchè già è cominciato il conto alla rovescia per la prossima scadenza e il prossimo assedio. Quindi occorrerebbe fare tutto un ragionamento (per usare un'espressione demitiana) sulla cultura di fondo e sull'immaginazione di nuove pratiche. A me, dico personalmente, non sta per niente bene lo scenario conflittuale che prefigurano infoaut e militant, lo dico chiaramente: in questo senso dire di recidere i legami mi pare un momento di chiarezza piuttosto che una delazione. Poi possiamo entrare nel merito rispetto a tutte le cose da fare in alternativa, che, ripeto, sono pure tante e non è che siamo in mezzo al deserto con le mani in mano se non andiamo a prendere le mazzate ai cortei. Anonymousnoreply@blogger.com