mercoledì 15 gennaio 2014

Due robe a caldo sul lavoro immateriale

[questo post fa riferimento a una chiacchiera su twitter con @anubidal @vsBakunin @lotticarlotta a proposito della campagna CoglioniNo. Quindi probabilmente interessa solo loro. Ammesso che ricordino quello di cui si parlava stamattina :)]

Il fatto che è noi lavoratori e lavoratrici dell'immateriale siamo sfruttati esattamente come gli altri.
Anche l'inserviente che, a seguito di una privatizzazione, passa dall'essere lavoratrice comunale, ad essere assunta da una 'cooperativa' subisce il ricatto: "non ci sono soldi per questo progetto" e deve accettare di abbassarsi drasticamente la paga o perdere il lavoro.

O il falegname indipendente che fa lavori gratis a casa del titolare di un'impresa edile perché poi questo gli darà visibilità e opportunità di lavoro.

L'unica differenza è l'illusione che noi (studiati e indipendenti) ci eravamo illusi di appartenere a un'altra classe. Quella degli 'imprenditori' che creano ricchezza. Ci hanno raccontato che il nostro destino, e magari quello di altri (quando non del paese intero-ricordate i fannulloni?), dipendeva solo da noi stess* e che dovevamo competere con i nostri pari per emergere, per crescere. Seguendo questo siamo rimasti soli.

Quando non ci hanno reso sfruttatori dei nostri simili. Convincendoci che la strategia del massimo profitto fosse più vantaggiosa della cooperazione. E cosi, quando ci serviva, che so, uno sviluppatore o una video maker, invece di cooperare e spartire il soldo, ci siamo fatti padroni.

E una volta isolati, non è difficile farci arretrare sempre di più, fino a non pagarci del tutto.

 Abbiamo dimenticato che significano i rapporti di forza, e il valore che è determinato si dal nostro lavoro ma anche dal rapporto di forza che siamo in grado di mettere in atto. Prendiamo il caso dei blogger dell'HuffPost US. All'inizio hanno accettato di lavorare gratis. Per la visibilità e bla bla. Poi l'HuffPost se lo è comprato AOL per 315milioni di dollari. Allora è diventato evidente il valore che anche i blogger avevano contribuito a creare. Ma era troppo tardi a quel punto, e così hanno perso la causa.

Certo, a volte è più difficile per noi misurare il valore che ha per gli altri il nostro lavoro, perché come lo misuri il "Return on Investment"? E perché, a differenza di altri lavori, o scrivo su questo blog per mio diletto o scrivo un post per terzi, sembra che stia facendo la stessa cosa. Invece noi sappiamo bene che non è così. Il difficile è spiegarlo, prima a noi stesse, e poi ai clienti e ai partner. Per questo abbiamo un disperato bisogno del "fare insieme" sia in termini di co-working orizzontale sia nella costrizione di una soggetto collettivo di tipo sindacale plurale e aperto, sia, infine (e perché non è che abbia molte speranze nelle leggi) soggetti autonomi in cui generare rapporti di tipo mutualistico che sono particolarmente importanti in lavori che tipicamente non hanno una continuità retributiva (figurarsi contributiva!).

Altro che #guerrieri . Meglio chiedersi what are you fighting for?


(...lo so che non c'entra ma mi piace :))