sabato 14 giugno 2014

Israele danza su terra rubata





Sono stata a Gerusalemme, per lavoro, a un convegno medico organizzato da israeliani.

Avevo idea della situazione in Palestina ma quello che ho visto, e non ho visto nulla, racconta della colonizzazione israeliana e dell’apartheid. Ho visto il popolo dei colonizzatori barricato dietro chilometri di muro e filo spinato, tonnellate di cemento e centinaia di telecamere.

La sensazione la hai appena arrivati in aeroporto, dove al controllo passaporti ti fanno varie domande, diverse per ciascuno. Dove vai, conosci qualcuno qui? Ma a questo eravamo preparati.

Poi dal bus che da Tel Aviv ci porta a Gerusalemme iniziamo a vedere spuntare un po’ ovunque filo spinato, chilometri di filo spinato, e poi un muro un lungo spesso muro, e lì capisci e l’autista conferma: sì, lì dietro ci sono i palestinesi.

Ma l’apartheid in Israele, come dovunque, si fa anche con l’egemonia economica, e con il continuo furto di territorio. Al di qua del muro è un continuo costruire. Case case case per i coloni. Per soffocare quello che è al di là del muro.

E l’apartheid è anche linguistica. Pochissime le scritte anche in arabo, solo in Hebrew con la traduzioni in inglese. Se non sapessi che non è così, penserei che anche la città vecchia è tutta israeliana.

Con la scusa della sicurezza, Israele esercita un controllo e una pressione costante anche sui suoi abitanti. Metaldetector, centinaia, letteralmente, di telecamere. Mitra e giubbotti antiproiettile, spike per fermare attacchi di auto praticamente fuori ad ogni edificio. E’ perfettamente “normale” vedere giovani militari che salgono prendono l’autobus imbracciando il loro mitra. Del resto  fanno 3 anni di servizio militare obbligatorio (le ragazze solo 2) quindi posso solo immaginare il tipo di pressione psicologica a cui sono sottoposti.

In qualunque momento puoi trovarti di fronte a un check point e a un gentile ma fermo interrogatorio: che ci fai in Israele?  Come si chiama il tuo Hotel? Come si chiama il tassista che ti ha portato qui? Te lo chiedo perché potresti avere una bomba…

E infine, ad ogni angolo, la celebrazione di quella che loro chiamano la guerra di indipendenza, e che in realtà è la guerra del 48 in cui Israele si impose sui territori palestinesi, inclusa Jaffa che era un municipio palestinese e che fu poi inglobata in Tel Aviv.

E su questa società chiusa e sulla paura e sull'orgoglio che si fonda la colonizzazione.  Sul sentirsi assediati, quando invece è si è assedianti. Un senso di superiorità che si traduce in vere e proprie leggi razziali contro gli arabi, i cui figli non possono avere cittadinanza israeliana se hanno una moglie o un marito palestinese, o che devono avere un timbro speciale sul passaporto se sono figli o coniugi di un palestinese, indipendentemente dalla loro nazionalità.


E Israele è considerata una democrazia? Se democrazia è ridotta al solo fare le elezioni, o piuttosto è democrazia il potere e lo stile di vita occidentale? Potete pure continuare a danzare, danzerete su terra rubata.
Il passaggio al metal detector per entrare al centro congressi