martedì 23 giugno 2015

L'assassinio di Ciro Esposito è un fatto politico e l'assassino è un fascista


Quello di Ciro Esposito è un omicidio politico.  Forse il movente dell’assassino non era politico, ma è diventato un omicidio politico un istante dopo che il fascista De Santis ha sparato.
E non è omicidio politico perché il movente sarebbe riconducibile al razzismo antinapoletano. Sappiamo bene quanto questo sia una questione tra tifoserie (anche se le origini e le radici dello sdoganamento del sentimento anti napoletano andrebbero indagate). 
L‘assassino di Ciro diventa questione politica l'istante dopo lo sparo di De Santis. 
Quando il movimento antifa si stringe attorno alla famiglia di Ciro. Quando iniziano le inchieste per svelare al grande pubblico (a quei lettori di Repubblica che certe cose non le sanno perché nessuno glie le racconta) chi è  De Santis e quali sono le sue reti
Quando movimenti e amici di Ciro scendono in piazza con parole d'ordine chiare. Per chiedere verità e giustizia. Non dimenticare Ciro.   
La dimensione politica  diventa più evidente quando compaiono le foto degli “amici di Danielino” con il loro apparato di simboli fascisti nella curva della Roma. Si rivendica un’appartenenza al neo fascismo, e in virtù di quella appartenenza si rivendica solidarietà. 


Io non riesco a derubricare questo come un fenomeno da stadio su cui fare finta di niente. E’ un segnale. Alcuni attivisti antifascisti lo colgono.
Il nesso politico è ancora più evidente con la saldatura dei fascisti romani e napoletani nell’esprimere solidarietà all’assassino col pretesto di attaccare la mamma di Ciro.

Ancora una volta il bersaglio è una mamma. Una donna che non vuole rassegnarsi alla morte assurda del figlio, che chiede e fa di tutto per non dimenticare diventa il bersaglio dei fascisti, uniti.  
La coordinatrice di CP Napoli

Infine, dire che Ciro è morto perché era un ultras è come dire che Stefano Cucchi è morto perché era drogato. Ed è contro questa semplificazione giustificatoria  che la famiglia e gli amici di Ciro, assieme ai movimenti antifascisti non si rassegnano e continuano a tenere alta l’attenzione.
Dalla morte di Ciro sono nate due forze opposte: 1) la saldatura dei fascisti romani e napoletani (che forse come tifoserie si odieranno, ma quando si tratta di fare politica sanno bene da che parte stare), e 2) lo stringersi attorno alla madre di Ciro, la spinta al calcio popolare, la voglia, buonista, sì, forse, di riscatto di Scampia, e la consapevolezza che l’omicida è fascista ed è proprio per questo per avere verità e giustizia, per non permettere l’ennesimo insabbiamento, bisogna lottare collettivamente.
Ed è per questo che l'omicidio di Ciro Esposito è politico.

p.s. io di calcio sono ignorante. I commenti delle persone più esperte sono benvenuti.

p.p.s leggete l'ultimo link.