giovedì 7 novembre 2013

Che tempi, Signora mia!


Questo post dovrebbe aumentare abbastanza le visite al blog, infatti parliamo di pompini e adolescenti. Perché tra tutte le cose moraliste, classiste e misogine (tipo: "Se avete figlie femmine lo sapete anche meglio.") che Concita De Gregorio è riuscita ad infilare in un unico articolo ce n'è una che mi ronza in testa e che secondo me è la summa di tutte le su menzionate qualità dell'articolo.
Concita ad un certo punto racconta di una vicenda che (sarebbe) avvenuta in una scuola nei pressi delle zone di provenienza delle baby prostitute (a 16 anni non sei baby, ndr). O almeno così lascia intuire la prosa allusiva dell'autrice ("una scuola di zona" scrive). Il brano è questo (grassetti miei):
"Alcune quattordici-quindicenni organizzano a ricreazione un torneo che si svolge nei bagni della scuola. Le ragazzine stanno nel bagno, offrono una prestazione di sesso orale ai maschi che per iscriversi al torneo devono pagare cinque euro. La gara è a chi conclude più rapporti, a chi fa scemare la fila più presto. La fila è lunga, ogni aspirante paga cinque euro. Si paga comunque, il rischio da correre è che arrivi il tuo turno o non arrivi. Il certamen è pubblico, la vincitrice accolta da applausi. Comunque le gareggianti portano a casa cinquanta euro, anche di più, ad ogni prova. Si fanno soldi, così. Soldi che a casa non ci sono o non ti danno, soldi per pagare la ricarica del cellulare e per pagarsi la birra e presto qualcos'altro, la sera. Di nuovo qualche genitore denuncia, di nuovo intervengono gli psicologi. Da una relazione del tempo: "Sgomenta l'assenza di pudicizia, di senso della riservatezza e dell'intimità. Il commercio del corpo considerato la norma, nessuna censura corre tra i coetanei, solo la presa d'atto di un'abilità".

De Gregorio non cita le fonti. Era veramente un torneo? O era piuttosto un gioco un po' spinto? Ovviamente, i maschi accorrono in massa, eggià c'è l'offerta, l'omo è omo, mica si può tirare indietro... Ma devono pagare 5 euro (per iscriversi al torneo dice la nostra, ma allora chi gareggia? i maschi o le femmine? di solito ai tornei si iscrive chi partecipa, non chi fa il tifo. Ma vabbè). L'autrice ci tiene anche a farci sapere che i poveretti pagano anche se "rischio da correre è che arrivi il tuo turno o non arrivi". Capito? Cose da matti, signora mia! Non c'è più un'etica nel commercio. Il giovane si priva di preziosi 5€ e manco sa se avrà quello per cui ha pagato. Secondo me ci sono i presupposti per denunciare queste vampire per frode.

Il pezzo non propone nessuna discussione su perché i maschi si mettono in fila. Ovvio, mi direte, loro lo fanno per il sesso. Ma vale solo per i maschi. Non viene in mente che anche le ragazze abbiano voglia di scoprire, giocare e fare sesso? No, loro lo fanno per i soldi: "e per pagarsi la birra e presto qualcos'altro, la sera". Qui la prosa è un capolavoro di allusioni moraliste: innanzitutto la birra, ma soprattutto (presto) quel "qualcos'altro" (cosa? il gin tonic? la cocaina? lo speed?, ma presto quando?) e quel "la sera" buttato lì- perché si sa che le brave ragazze la sera dovrebbero stare in casa. Che si sa "si inizia con la marijuana (in questo caso la birra) e si finisce a battere per una dose di eroina..." Ma queste sono giovani "cresciute troppo in fretta": iniziano a battere addirittura prima di drogarsi, per mettere da parte i soldi, che nella vita non sai mai quando potresti iniziare. Signora mia, i giovani oggi son svegli però! Mica come ai miei tempi...
Il passaggio si chiude con la relazione degli psicologi (?), in perfetto stile signora mia. Chi ha redatto la relazione è sgomento. Signora mia! Queste giovani non hanno nessun pudore! Con il senso del pudore si intende il sesso in maniera normativa, si fa solo in due, si fa in una stanza chiusa, e comunque è una cosa da nascondere. Infatti, subito dopo, parla di riservatezza e intimità. Ci sono cose che si fanno ma non si dicono, e che diamine! De Gregorio, e, più grave, gli psicologi, sono frutto di una cultura sessuofobica e cattolica. Innanzitutto non riescono a riconoscere gli adolescenti come persone, e men che meno come persone che hanno una sessualità. E poi non concepiscono la sessualità come il libero esercizio di un desiderio, ma come un'istituzione normalizzata, una cosa di cui vergognarsi, da vivere nell'intimità e nella segretezza (e son sorpresa dell'assenza della parola rimorso). 
Allora (e qui viene il mio momento "signora mia") quale risposta sono in grado di dare queste persone dall'orizzonte così ristretto ai bisogni e alle curiosità degli adolescenti? Biasimo e sgomento?  e poi, ci si sorprende se ci sono giovani omossessuali che si ammazzano...


E, niente, tutta questa storia mi ha fatto venire in mente questa canzone. Mi piace e ce la regalo.
Grazie a @akaMartinika per la foto in testa, cioè il primo shot (shock).

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