(A dimostrazione che i canali di news ufficiali non
sono più l’unica e primaria fonte di informazione) apprendo, da un canale non convenzionale, delle dimissioni di Antonio Ereditato da Coordinatore dell’esperimento Opera
(quello dei neutrini più veloci della
luce,ndr).
L’evento, oltre all’ennesima botta di ilarità, scatena in
me il rimpianto per i tanti post che da settembre 2011 avrei voluto scrivere sull’affaire
neutrini e che non ho scritto per pigrizia o perché, una volta strutturati, ho
ritenuto che avessero perso la loro carica di attualità (sono pigra e anche
lenta).
Ma la storia dei neutrini sembra non esaurirsi secondo il normale
ciclo di vita delle notizie
regalando anche un po’ di visibilità al nostro (scarsamente considerato)
giornalismo scientifico. E per non perdere anche
quest'occasione, riassumo qui il contenuto di quei post che avrei voluto scrivere ma che non vedranno mai la
luce.
Post #1 Titolo da
definire
Racconto personale di come stavo per affogarmi col
dentifricio alle 8 della mattina del 22 settembre 2011 quando, ascoltando la
rassegna stampa veniva letta la notizia che i neutrini avrebbero superato la
velocità della luce pubblicata da Il Giornale (che sicuramente lo avete già letto ma è un tal bell'esempio di giornalismo...).
Motivi per cui mi sono affogata:
- Il contenuto stesso della notizia e la sua portata stra rivoluzionaria (condita dal mio scetticismo cronico, dovuto al mio approccio conservatore alla scienza)
- La modalità con cui veniva data la notizia. Zichichi (non il CERN o qualche altro titolare dell’esperimento) TELEFONA all’oscuro giornalista de Il Giornale (non Il Corriere)
Racconto dell’attesa, durata 26 ore, di sentire qualcuno un
po’ più titolato esprimersi direttamente sull’esperimento (ovvero finché non lo
sento da loro per me è una bufala). Attesa terminata alle 11 del 23 con
l’intervista di Radio3 Scienza a Antonio Ereditato [con le informazioni che
abbiamo oggi possiamo dire che in quelle 24 ore si è consumata la tribolazione
del Prof Ereditato, tirato da una parte da Zichichi e dai giornali, e
dall’altra dai ricercatori che avrebbero preferito fare prima le opportune verifiche].
[NOTA Un ottimo resoconto e corretto punto di vista su come è andata questa vicenda lo ha fatto ora Piero Bianucci su La Stampa]
Post #2 La repubblica dei Zennari
Post sulla qualità e le modalità di scelta dei collaboratori
dei Ministri dell’allora Governo Berlusconi. Doveva avere uno stile tipo commedia
dell’arte, giocando sull’assonanza tra il cognome del Responsabile della Comunicazione
del Ministro Gelmini (nonché direttore generale per lo Studente,
l’Integrazione, la Partecipazione e la Comunicazione del MIUR nonchè quello del comunicato sul tunnel) e lo Zanni, il
personaggio della commedia dell’arte povero
e perennemente affamato. Quello che per la sua fame finisce col mangiarsi il
mondo intero. E su come i Zennari (meschine
maschere dai capelli lunghetti, il volto lampadato e la pashmina di cachemire)
fossero entrati in molte posizioni decisionali in questo paese, e di come chi
decide è peggio di chi le subisce quelle decisioni.
Per scrivere questo post bisognava fare un po’ di ricerca sulla commedia dell’arte, trovare le maschere giuste. Certo avrei avuto un sacco di tempo per scriverlo,da fine settembre 2011 fino al 13 gennaio 2012 quando il nuovo ministro della ricerca ha gentilmente chiesto a Zennaro di togliere il disturbo. Ma vi ho detto sono pigra, e 3 mesi non mi sono bastati.
Post #3 #iotifoneutrino
Storify sulle reazioni, scomposte, della twittosfera, e non solo,
italiana alla notizia della scoperta dell’errore di misurazione che confermava
che in effetti i neutrini non vanno più veloci della luce.
Avrei aperto con la trita citazione di Popper “La scienza è
il metodo della sua falsificazione”. Avrei mostrato le reazioni di giubilo e sberleffo degli
utenti twitter, in continuità con la comunicazione che ne aveva fatto il
Ministro Gelmini che pareva che tra la luce e i neutrini ci fosse una gara.
Titoli come
“La supremazia
dei neutrini sulla luce, è in bilico.”
O twit (più o meno precisi, più o meno intelligenti) [mi scuso per la bassa qualità delle immagini]
Ne avrei discusso l’assurdità nel contesto scientifico dove è normalissimo formulare un’ipotesi o fare un’osservazione e poi falsificarla empiricamente.
Avrei collegato queste reazioni da tifoseria (come se il neutrino fosse rimasto l’ultimo baluardo da abbattere del fu governo Berlusconi) rivelassero la scarsissima cultura scientifica dei twittanti, e avrei criticato l’approccio crociano e gentiliano al sapere che hanno condannato il nostro paese a tifare anche sulla velocità dei neutrini.
Così saremmo tornati alle dimissioni di Antonio Ereditato. Colpevole, non di aver sbagliato la misurazione, quanto di aver accettato prima di seguire Zichichi e poi di essersi crogiolato nella parte della science star, tanto da rilanciare e fare ai media dichiarazioni tipo: c’è la conferma ufficiale” quando tutto il mondo era sempre più perplesso. Ma, sia chiaro, la sua colpa non è nell’errore di misurazione.
E qui si introduce il tema della tendenza, con sempre più seguaci in Italia, a vedere la ricerca anche in termini di produttività e ci starebbe un altro post, che forse scriverò, sui rischi e benefici dei criteri di valutazione oggettivi della ricerca che sono in discussione all’ANVUR.
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